La cartografia della Colonia Eritrea, non tenendo conto delle carte parziali, schizzi e itinerari ormai antiquati, comprende essenzialmente tre carte dimostrative e una carta di rilievo regolare.
Le carte topografiche dimostrati, e sono le seguenti:
- Carta dimostrativa dell'Etiopia alla scala di 1:1.000.000, in undici fogli, 6 (con due aggiunte) per la planimetria e 5 per l'altimetria; compilata dal Colonnello De Chaurand e pubblicata dal Comando del Corpo di Stato Maggiore nell'anno 1894. - Abbraccia tutto il territorio che si estende fra i paralleli 5° e 19°, e fra i meridiani 35" e 47° (Greenwich), epperò comprende tutta la superficie della Colonia, il lembo orientale del Sudan, tutta l'Etiopia sino ai paesi Galla e parte della Somalia, compilata sui dati delle triangolazioni del D'Abbadie della spedizione inglese del 1868, e dei nostri Istituti Geografico ed Idrografico, come sulle notizie fornite da viaggiatori, esploratori, missionari, ecc., ha una sufficiente esattezza ed è una carta generale di molto interesse. Essa è molto estesa, e la divisione in planimetria e altimetria ne rende costoso l'aggiornamento. Presentemente l'Istituto Geografico, attende alla preparazione di una nuova edizione di questa carta che comprenderà planimetria e altimetria, e sarà limitata a sud dall'8° parallelo, ma vi sarà aggiunto il disegno della costa di Aden e di quanto oggi si conosce del Distretto di Sana, regioni che, per essere in facile comunicazione con l'Eritrea, ci interessano più dello Scioa e dei paesi Galla.
- Carta dimostrativa della Colonia Eritrea e delle regioni adiacenti alla scala 1:400.000, in trenta fogli a cinque colori compilata e pubblicata dall'Istituto Geografico Militare dal 1896 al 1901. -- (La carta viene periodicamente tenuta al corrente). Abbraccia tutto il territorio che si estende fra i paralleli 2° e 16°, e fra i meridiani 36° e 44°, epperò comprende la metà meridionale della Colonia Eritrea, inclusa la Dancalia, e gran parte dell'Etiopia sino al lago Tsana e al golfo di Tagiura. Compilata sugli stessi elementi che servirono al De Chaurand, è una carta dimostrativa molto esatta e di notevole pregio artistico. Presenta per adesso il doppio inconveniente di avere molte lancune, e di non raggiungere il confine settentrionale della Colonia, ma mentre le prime saranno colmate dal graduale aggiornamento in base agli elementi che fornisce il Comando truppe sia con levatespeditive delle zone meno conosciute della Colonia, come con schizzi e itinerari dei paesi d'oltre frontiera, serviranno al suo prolungamento verso nord i dati della carta del Capitano Miani dopo che, a maggior garanzia, saranno stati accuratamente controllati sul terreno. Quando tal lavoro, al quale già attendono ufficiali delle regie truppe, sarà ultimato, l'Istituto Geografico, farà una nuova edizione della carta al 400.000 in dodici fogli, e due mezzi fogli, e allora, forse non più tardi del 1908, la Colonia Eritrea possederà una bellissima carta dimostrativa.
- Carta dimostrativa della Colonia Eritrea alla scala 1:500.000, in quattro fogli; compilata dal Capitano Miani, la compilazione fu iniziata nel 1898-99 e sarà pubblicata dall'Istituto Geografico Militare sotto la data del 1905, colle aggiunte e varianti introdottevi dal Capitano stesso. Abbraccia tutto il territorio compreso fra i paralleli 13° 30' e 18° 30', e fra i meridiani 35° e 40°, quindi comprende tutta la Colonia, meno il distretto di Assab, e la parte settentrionale del Tigrai. Costruita in base a triangolazione, a rilievi speditivi ed itinerari eseguiti dal compilatore durante la sua lunga permanenza in Colonia, è una carta molto utile e servirà al completamento del 400.000; ma quando quest'ultima carta, come più sopra si disse, sarà ultimata, la carta del Miani perderà gran parte del suo interesse.
E passo alla carta di rilievo regolare.
È la Carta topografica della Colonia Eritrea alla scala di 1:100.000, in cromo ed in trentasei fogli, rilevata e pubblicata dall'Istituto Geografico Militare. Le relative operazioni regolari di rilevamento furono inizite nel 1888, la pubblicazione si compì nel 1904. Abbraccia il territorio che si estende fra meridiani 37° 45' e 40°, e fra il parallelo 15° 53' e la frontiera tigrina nel tratto tra il Mai Ambessa e Rendacomo. Comprende pertanto meno di un terzo della superficie della Colonia, sebbene rappresenti la parte più popolata e più importante.
E' una carta eccellente tanto pel pregio artistico come per l'esattezza del rilievo. Si può osservare che qualche nome di località secondarie non è esatto, ma ciò è spiegato dalla difficoltà della lingua e dalla circostanza che indigeni di regioni attigue pronunziano talvolta in modo differente lo stesso none. L'equidistanza delle curve è di 100 metri: una equidistanza minore, dati i forti dislivelli e la piccola scala della carta, avrebbe reso in più luoghi il disegno troppo carico senza un corrispondente vantaggio. Si fecero però curve punteggiate intermedie con equidistanza di 50 metri.
La carta è sufficiente agli scopi militari, perché comprende tutto lo scacchiere strategico meridionale colle sue tre lince di operazioni sulle quali solamente sono possibili importanti operazioni militari, e cioè:
- La linea dello Scimezana che dalla frontiera dall' Agamè va per Senafè ad Adicaiè, di dove scende verso Massaua per la valle dell'Haddas, attende alla fortezza di Saganeiti per Halai come per Mai Serau seguendo la rotabile di imminente costruzione.
- La linea dell'Hazamò che dalla frontiera dell'Entisciò va per Mai Aini alla piana di Gura, di dove si può tendere ad Asmara seguendo la rotabile Asmara - Saganeiti, oppure a Nefasit o a Baresa sulla grande via di comunicazione fra Asmara e Massaua.
- La linea del Saraè che dalla frontiera di Adua va per Gundet e Adiquala ad Adì Ugri, di dove, accompagnata dalla rotabile, raggiunge Asmara.
Oltre all'intero scacchiere strategico ora menzionato, la carta comprende, a destra e a sinistra del medesimo, le impervie e povere regioni dell'Assaorta e del Dembelas, e si estende a nord sino oltre Cheren al di là del qual limite non è possibile che possano continuare grosse operazioni di guerra.
Dal punto di vista militare sarebbe interessante che il rilievo regolare al 100.000 fosse esteso a sud almeno sin verso il 14° di latitudine, ma poiché ciò, per ovvie ragioni, non è adesso possibile, si supplirà con una carta dimostrativa alla stessa scala, per la compilazione della quale si stanno raccogliendo gli elementi. Inoltre l'Istituto Geografico attende alla riproduzione di un certo numero di itinerari che contengono i più importanti dati. logistici del territorio d'oltre confine sino al lago Ascianghi.
Sebbene il rilievo regolare già eseguito sia sufficiente agli scopi militari, pure il Comando truppe, con l'approvazione del Governo della Colonia, fece pratiche negli anni 1902-903 perchè fosse esteso a tutto il territorio dell'Eritrea; ma non fu possibile trovare i mezzi per far fronte alla spesa.
Possa, sotto gli auspici del primo Congresso coloniale, essere superata questa difficoltà!
La ripresa dei lavori geodetici e topografici nella Colonia Eritrea dovrà comprendere la revisione della triangolazione fondamentale già fatta, il completamento della triangolazione, il rilievo topografico.
A spiegare la necessità della revisione colla triangolazione esistente gioverà un breve cenno storico della cartografia ufficiale della Colonia.
I primi lavori topografici furono fatti nel 1887-88 quando una sezione di topografi, aggregata al Corpo di Spedizione del Generale San Marzano, fece, col solo sussidio della tavoletta pretoriana, la carta della regione fra Mssaua e Saati, carta che poté corrispondere agli interessi militari del momento.
Nel 1888, nella previsione di una non lontana espansione sull'altopiano, fu deciso di iniziare regolari lavori per costruire la carta della regione già occupata, e per dare sussidio alla costruzione di carte dimostrative per le probabili operazioni di guerra. Dovendo soddisfare in special modo ad esigenze militari, non fu data ai primi lavori di triangolazione tutta l'importanza che meritano rispetto alla geodesia moderna, e si credette sufficiente appoggiarli ad una base lunga circa 500 metri misurata sul campo Gherar con un semplice nastro metallico invece che con apparato di maggior precisione. Poscia si scelse opportunamente per vertice di primo ordine a Massaua lo stesso punto dove per cura del R. Istituto Idrografico era stata eseguita una stazione astronomica di latitudine e di longitudine, e se ne misurò l'azimut nella direzione dell'isola di Dessei orientando così rispetto ai punti cardinali la rete geodetica, la quale nel triennio 1889-91 venne estesa fra i meridiani di Massaua e di Cheren e i paralleli di Vurec e di Tacarai, calcolandone le dimensioni regolari mediante la base del Gherar quantunque posteriormente fossero, collo stesso mezzo, vale a dire con un nastro metallico, state misurate altre due basi, una ad Ailet e una nella conca di Cheren.
Se la. misura delle basi non offre sufficiente garanzia di esattezza, non maggiore garanzia offrono le misure angolari perché la rapida occupazione dell'altopiano impresse ai lavori, appena cominciati, il carattere d'urgenza. Le misure angolari furono bensì eseguite con buoni teodoliti; ma, incalzati dall'urgenza di provvedere gli elementi ai mappatori, non si tenne il dovuto conto delle influenze perturbatrici osservando a tutte le ore, nè si usarono forse tutte le precauzioni indispensabili per ottenere risultati atti a trarne deduzioni scientifiche.
Appoggiate a questa rete, la posizione dei cui vertici, per adottare la proiezione di Cassini, venne poi determinata, anziché con coordinate geografiche, con coordinate ortogonali aventi la loro origine a Massaua, furono eseguite le levate topografiche alla scala di 1 a 50.000.
Basta pensare alla moltiplicazione degli errori attraverso la rete geodetica per comprendere come tanto la limitata larghezza della base del Gherar, sufficiente agli scopi che si avevano nel 1888 ma troppo piccola per lo sviluppo che prese in seguito la triangolazione, quanto il modo con cui furono prese le misure lineari ed angolari, non danno sufficiente affidamento di grande precisione nel risultato dei calcoli. Fu perciò che nel 1892, essendo ultimati i lavori di rilievo e trovandosi la Colonia in un periodo di quiete, l'Istituto Geografico aveva in animo di riordinare la triangolazione eseguita in modo che con nuove e più precise misure di basi ed opportune revisioni di misure angolari si potessero conseguire elementi scientificamente accettabili, ma il Ministero non credette di far proseguire più oltre tali lavori.
Si ebbe così una sosta di cinque anni, dal 1892 al 1896, nel quale anno, dopo l'infausta giornata di Adua, i lavori furono ripresi, ma anche questa volta con lo stesso criterio d'urgenza.
La nuova triangolazione che fu estesa fino al meridiano di Biscia e al confine meridionale della Colonia, venne appoggiata alla base di Gura, misurata bensì più accuratamente di quella del Gherar ma con un apparato di circostanza, e i lavori di rilievo, fatti direttamente al 100.000, per considerazione di ordine economico, furono ultimati nel 1902 e non più ripresi.
La revisione della triangolazione fatta e la estensione a tutto il territorio della Colonia con criteri rispondenti alle esigenze della geodesia moderna s'impone per ragioni di vario ordine, e cioè:
- - per rispondere agli impegni assunti dall'Italia fin dal 1865 rispetto all 'Associazione Geodetica Internazionale;
- - per non rimanere indietro a quanto altre nazioni come la Francia, l'Inghilterra, l'Olanda, ecc. fanno nelle loro colonie;
- - per ragioni d'ordine puramente scientifico. E basterebbe a tale oggetto ricordare l'ardita proposta dell'astronomo Gill di estendere la triangolazione del Capo su tutto il continente Africano, per venire alla conclusione che a suo tempo gli elementi geodetici dell'Eritrea dovranno contribuire alla riuscita di tale grandioso progetto, il quale riscuote già l'approvazione di tutti gli scienziati d'Europa.
In questo caso non si tratterà più di nuove deduzioni delle costanti elissoidiche, ma di quanto il geoide si discosta dall'elissoide normale di Bessel o di Clarke, il che, senza dubbio, gioverà anche ad imprimere grande impulso agli studi di geofisica.
II programma dei nuovi lavori geodetici dovrà comprendere:
- - Alcune misure astronomiche, di latitudine e di azimut in almeno quattro vertici opportunamente scelti nel senso di un meridiano e di un parallelo per determinare le variazioni che subiscono le costanti dell'ellissoide normale e costruire il profilo geoidico.
- - Alcune misure di gravità, come mezzo più adatto e meno costoso per scoprire le deviazioni del geoide dell'ellissoide normale e la distribuzione delle masse nell'interno della terra, contribuendo così al progresso della geofisica.
- - La misura di almeno due basi geodetiche, a Massaua e Agordat, della lunghezza da due a tre chilometri da farsi mediante apparato a una solo spranga che permetta di leggere il decimo di millimetro.
- - La revisione delle misure angolari e la continuazione della triangolazione del rimanente territorio della Colonia.
Attuando questo programma, che potrebbe essere svolto in due anni circa, si addiverrebbe ad un assetto definitivo della triangolazione dell'Eritrea, triangolazione che, mentre acquisterebbe valore scientifico, darebbe largo sussidio ai rilievi speditivi per la costruzione o l'aggiornamento di carte dimostrative.
Ma è a sperarsi che oltre ai lavori geodetici, siano anche ripresi quelli topografici e che l'Italia, che tanti sacrifici ha fatto fin adesso per l'Eritrea, non si arresti davanti ad una spesa relativamente esigua per far continuare il rilievo regolare ed avere la carta al 100:000 di tutto il territorio della sua principale Colonia. Si noti inoltre che il lavoro topografico in Eritrea è facile, perché mancano sul territorio da rilevare le opere d'arte (rotabili, ponti, canali, argini, caseggiati, ccc.) mentre la forma stessa del terreno, costituito da sistemi orografici alternati con vaste pianure, si presta a rendere più agevole l'opera di topografo mercé la determinazione di un maggior numero di punti trigonometrici lungo i corsi d'acqua e le vie di comunicazioni più importanti.
Ho fatto cenno delle considerazioni d'ordine scientifico che consigliano la ripresa dei lavori geodetici e topografici in Eritrea; ora dirò che ragioni d'altro ordine la rendono urgente. Noi non abbiamo rilievo regolare della regione del Sahel ricca di praterie e di armenti, né dei terreni auriferi della media valle dell'Anse ba, né del pittoresco altipiano dei Maria dove abbiamo scoperto vestigia e cimeli di una remota civiltà, né del paese dei Beni Amer, né della valle del Barca che sorride di promesse ai coltivatori di cotone; noi infine non abbiamo rilievo regolare della regione del Gasc e del Setit; le acque dei quali fiumi opportunamente sfruttate potranno fertilizzare estese zone di terre tuttora vergini, adatte alle colture tropicali.
È dunque alla messa in valore delle energie latenti della Colonia che deve anche concorrere la carta topografica, epperò in ragione degli scopi scientifici, politici militari, amministrativi, industriali, ecc., ai quali è destinata a servire, è lecito sperare che potrà presto essere costruita col concorso di tutte le amministrazioni interessate.
Testo tratto dagli Atti del Congresso Coloniale in Asmara, "Cartografia e Topografia della Colonia Eritrea" - Asmara, 29 settembre 1905 - Francesco Coco (Maggiore di Stato Maggiore)