I lavori topografici in Eritrea ebbero inizio subito dopo l'occupazione di Massaua nel 1885. La necessità di avere un rilievo dell'isoletta su cui essa sorge e del terreno costiero adiacente indusse infatti l’Istituto Geografico ad inviare, nello stesso anno, il tenente Lavallea che eseguì un rilievo topografico alla scala 1:10.000; rilievo che venne appoggiato ad una piccola base topografica e ad una triangolazione grafica da essa derivata (Tav. I).
La zona rilevata comprendeva le isolette di Massaua, di Taulud e la costa, fino a poco oltre Moncullo.
Nel medesimo anno, l'operatore suddetto poté compiere anche il rilievo topografico, alla stessa scala, dell'approdo di Assab e delle immediate adiacenze (Tav. II). Tali lavori ebbero carattere di semplici piani, poiché, data l'urgenza, non vennero eseguite operazioni geodetiche ed astronomiche regolari che avrebbero richiesto tempo considerevole.
Gli avvenimenti politico-militari successivi resero poi necessaria la costruzione di carte corografiche generali comprendenti una più vasta zona, la quale, dalle adiacenze di Massaua, raggiungesse il ciglio dell'altipiano.
L'Istituto, che si era fino allora limitato a riprodurre alcune carte generali dell'Etiopia settentrionale dovute a cartografi stranieri, possedendo oramai documenti nuovi e di varia fonte, non ancora utilizzati, pensò di compilare una carta speciale (Tav. IV).
Ebbe così origine la carta dimostrativa dell'Etiopia settentrionale, pubblicata nel 1886 alla scala di 1:250.000 a 4 colori, per il territorio compreso fra: Massaua - Cheren - Axum ed Adigrat in 4 fogli.
Di essa venne fatta una riproduzione alla scala di 1:400.000 (Tav. VIII).
La campagna di guerra del 1887-88 dette occasione a maggiore sviluppo dei rilievi topografici.
Venne perciò messo a disposizione del comando truppe operanti il topografo dell'Istituto geografico G. Ciorlieri, il quale eseguì il rilievo topografico alla scala di 1:25.000 della zona adiacente alla ferrovia Massaua - Saati, per una larghezza di sei chilometri, estendendo il lavoro verso sud fino a comprendervi il villaggio di Archico.
Con l'aumento della zona occupata divenne necessario predisporre un piano regolare di lavori, dando anche inizio ai lavori geodetici. Le levate di campagna, stabilite a scala 1:50.000, dovevano appoggiarsi ad una regolare rete geodetica. Le coordinate dei vertici, calcolate nella proiezione di Cassini, avrebbero avuto come centro di sviluppo la cupola del palazzo del Comando a Massaua; la cui posizione geografica ed azimut di orientamento erano stati determinati astronomicamente nel 1885 dalla R. Marina per riferirvi il piano idrografico del porto e della costa adiacente.
I lavori furono compiuti nel quadriennio 1888-1891. La triangolazione si svolse in tre campagne, e la rete venne derivata da tre piccole basi, misurate con metodo speditivo, rispettivamente nel piano di Gherar, presso Massaua, nella pianura di Ailet e nella conca di Cheren; vi partecipò il seguente personale:
1888 - capitano Quaglia;
1888 - topografi: Tacchini, Dal Pozzo;
1889 - capitano: Quaglia, tenente Manfrin.
1890 - tenente Manfrin, Ing. Loperfido;
1890 - tenente Poggi;
1890 - topografi: Tacchini, Rossini.
I lavori topografici, per i quali venne adoperata la tavoletta pretoriana, abbracciavano circa 5000 chilometri quadrati, compresi fra il litorale ed il meridiano di Gheleb ad ovest, il parallelo di Cheren a nord, e quello di Asmara a sud, e si svolsero anch'essi in tre campagne; gli operatori furono:
1896 - capitani: Gianni, Sagone;
1896 - tenenti: borsari, Saporetti;
1896 - topografi: Borzini, Grupelli, Rossi E., Ponzoni;
1897 - capitano: Manfrin;
1897 - tenenti: Augier, Borsari, Barberis, Saporetti;
1897 - topografi: Ponzoni, Borzini, Grupelli, Rossi E.;
1899 - capitano: Sargenti;
1899 - tenenti: Spagnolini, Piccioli;
1899 - topografi: Marini, Concari, Pira;
1900 - capitano: Ceruti;
1900- tenenti: Quaglia, Contini;
1900 - topografi: Ponzoni, Grupelli, Rossi E.;
1901 - capitano: Thermes;
1901- tenenti: Ragusin, Mazzei, Bolis;
1901 - topografi: Marini;
Le riproduzioni delle levate, comprese quelle precedenti al 50.000, convenientemente ridotte, furono impiegate per la compilazione di una carta a quattro colori alla scala 1:100.000, in 36 fogli.
Questa carta, per quanto non estesa a tutta la Colonia, ne comprendeva però la parte più importante. Rimanevano escluse tuttavia regioni assai notevoli ad ovest del meridiano di Agordat, a nord di Cheren, e la Dancalia.
Per tali zone non ancora rilevate e per l'adiacente Etiopia si andavano intanto raccogliendo nuovi elementi, dovuti a ricognizioni, schizzi parziali, itinerari.
Utilizzando questo materiale, l'Istituto Geografico fino dal 1897 aveva iniziata la compilazione di una Carta dimostrativa della Colonia Eritrea e regioni adiacenti, alla scala di 1:400.000 in trenta fogli, comprendente il territorio limitato dai paralleli 12° e 16°, dal 36° meridiano e dal mare. La pubblicazione venne compiuta nel 1902; ciascun foglio di questa carta comprendeva la superficie di 1° di longitudine per 1° di latitudine.
La limitazione verso nord al 16° parallelo escludeva una parte notevole della Colonia Eritrea; per eliminare tale deficienza, l'Istituto Geografico decise di pubblicare nel 1905, a titolo provvisorio, una nuova carta dimostrativa della Colonia Eritrea, alla scala di 1:500.000 in 4 fogli a 6 colori.
Questa pubblicazione fu resa possibile per l'opera preziosa del capitano Antonio Miani, il quale, durante il suo lungo soggiorno in Colonia, aveva rilevato numerosi itinerari e raccolto vari elementi per la più sicura rappresentazione, specialmente per quanto interessava la parte settentrionale della Colonia stessa.
Gli elementi di questa carta, completati da altri riguardanti varie regioni, servirono ad allestire una nuova edizione, corretta ed ampliata, della già citata carta dimostrativa al 400.000. Essa venne ultimata nel 1912; comprendeva il territorio limitato a nord, dal 18° parallelo, per potervi includere Ras Casar (18° 2') estremo punto settentrionale della Colonia; a sud, dall' 11° parallelo, per la parte che rimane ad est del 40° meridiano, allo scopo di comprendervi la regione meridionale dell'Aussa, tutto il territorio adiacente alla baia di Tagiura e la costa araba.
Questa nuova edizione era modificata nel formato: ciascun foglio, pari a quattro dell'edizione precedente, comprendeva il territorio corrispondente ad una superficie di 2° di longitudine per 2° di latitudine. La carta risultò di 12 fogli interi e due mezzi fogli.
Nel 1907 le operazioni topografiche di campagna vennero parzialmente riprese col rilievo alla scala di 1:50.000, eseguito dal topografo Grupelli, del territorio adiacente a Saganeiti.
Soltanto nell'inverno del 1908, tuttavia, ebbero inizio i nuovi lavori geodetici, con l'invio in Colonia dei topografi Coliva e Venturi A.
La rete geodetica della Colonia, estesa dal mare ad ovest di Agordat, raggiungeva verso sud il corso dell' Endeli, del Belesa e l'arco del Mareb, fin dove questo fiume cambia, verso valle, il suo nome in quello di Setit. Per conferire alle dimensioni lineari della rete una maggiore precisione venne eseguita la misura di una nuova base geodetica in vicinanza di Biscia, a 70 chilometri dalla già misurata base di Gura.
Questo lavoro, portato a termine fra grandi difficoltà, fu eseguito coli' impiego dell'apparato ideato dal prof. Jadanza, già adoperato in Italia per misurare la base di Venezia. La lunghezza della base di Biscia, ridotta al mare risultò:
L = 3369,09166 m
valore che fu poi trasportato al lato Biscia - Asselambò, assumendo per esso la lunghezza:
L = 37844,23 m
Vennero inoltre eseguiti i primi lavori relativi alla «Livellazione geometrica di precisione» dell'Eritrea. Essi ebbero inizio con l'impianto nel porto di Massaua di un osservatorio mareografico (fu utilizzato un mareografo Thomson messo a disposizione dall'Istituto Idrografico della R. Marina) che funzionò per oltre un anno.
Il risultato delle osservazioni eseguite stabilì per il piano parallelo alla superficie inedia del mare, passante per il caposaldo di origine, una quota di livello medio:
h = 1,8466 m
Quantunque si avessero soltanto le osservazioni di 17 mesi, pure esso fornì elementi sufficienti per determinare, senza ambiguità, sia l'ampiezza della marea, da cui derivare lo stabilimento del porto, sia l'altitudine del caposaldo di origine; situato nelle vicinanze immediate dell'osservatorio stesso. Da tale caposaldo, con gli stessi strumenti e metodi usati in Italia, venne iniziata una linea di livellazione geometrica di precisione che, seguendo il tracciato della ferrovia, trovò termine alla stazione di Ghinda, dopo un percorso di 70 km. ed un dislivello di circa 900 metri (in complesso 70 capisaldi, dei quali 6 con piastre di riferimento metalliche).
Ad onta delle condizioni speciali di clima, che costrinsero a svolgere il lavoro fra difficoltà non lievi, l'errore medio chilometrico del doppio profilo si mantenne nei limiti prescritti.
È da accennare che le quote altimetriche dei capisaldi stabiliti lungo il percorso sono riferite alle superfici ortometriche e non a quelle di livello terrestre, mancando la misura di gravità.
Per definire approssimativamente il profilo del geoide lungo una determinata serie di geodetiche contigue, ma non molto lontane dal meridiano medio della Colonia, fu poi progettata una serie di osservazioni astronomiche, da eseguirsi su alcuni vertici di più difficile accesso della rete trigonometrica. E cioè: su M. Saber (m. 2078), nella regione dei Mensa, su M. Zagher (m. 2609), punto più elevato dell'altipiano di Asmara, su M. Tacarai (m. 2579), dominante la valle settentrionale del Mareb, su M. Cudò Cerà (m. 2083), nel Seraé e su Enda Michael (m. 2136), quota massima del Mai Tsadà a sud del precedente.
Incaricati delle osservazioni furono il capitano di S. M. Silvio Egidi e il capitano d'Artiglieria Fortunato Gurgo.
Le operazioni, iniziate nel febbraio 1909 sul M. Tacarai, ebbero proseguimento, nel maggio successivo, sul M. Zagher. Per ciascuno di questi due vertici della rete, vennero misurati la latitudine e l'azimut di una mira meridiana, determinando il tempo col metodo di passaggio di stelle in meridiano.
La mira venne in seguito collegata con misure angolari, a Tacarai con Zagher e Cudò Cerà ed a Zagher con Tacarai e Saber.
Le osservazioni vennero rese difficili da nebbie notturne, da piccole piogge, giunte quell'anno in anticipazione, e da densa caligine, che, nei mesi di marzo e di aprile, rese impossibile ogni operazione geodetica.
I calcoli delle due stazioni furono in seguito compiuti in ufficio dal topografo Bettazzi.
Con questo lavoro cessa, per un lungo intervallo di tempo, l'opera dell'Istituto Geografico Militare in Eritrea.
Testo tratto da "Istituto Geografico Militare in Africa Orientale 1885 - 1937"